Come ormai da più di dieci anni, durante il periodo estivo, dal 14 al 19 luglio, ad Assisi, presso il monastero delle suore francescane angeline viene svolto un Campo Adolescenti chiamato “time out 2”. Il time out è sia un tempo di pausa che un dono. In questa esperienza partecipano ragazzi dai 15 ai 20 anni provenienti da tutta Italia. Quest’anno abbiamo affrontato il tema delle relazioni con noi, con i genitori, con gli altri e con Dio. Per aiutarci a riflettere abbiamo immaginato le relazioni, e quindi la nostra vita, come un albero (le relazioni con noi stessi sono il tronco, quelle con i genitori le radici, quelle con gli altri i rami e quelle con Dio il sole e l’acqua) e giorno per giorno abbiamo scartato un pezzo di questo regalo. Abbiamo fatto molte attività per entrare meglio nell’argomento. Sulla relazione con noi stessi abbiamo parlato dei nostri talenti, dei nostri limiti e dei nostri sogni; invece sulla relazione con i nostri genitori abbiamo conosciuto la vita di San Francesco (prima che diventasse Santo) e anche la sua non è stata un’adolescenza facile. Oltre all’aiuto delle suore abbiamo avuto il piacere di ascoltare la testimonianza di una psicologa e di fare delle attività con una guida. Oltre a praticare queste bellissime attività abbiamo visitato anche i luoghi più importanti di Assisi. Alla fine, abbiamo capito che le relazioni sono dei rapporti reciproci fatti di scambi intensi, frequenti e reciproci. Questa esperienza la consiglio vivamente a tutti, perché aiuta a capire meglio chi sei e chi vuoi diventare, che cosa vuoi veramente fare della tua vita. Inoltre, ti fa conoscere nuove persone provenienti da tutta l’Italia e fare nuove amicizie.
Category: Testimonianze
Mi basta la tua grazia!

Fin dal primo momento in cui mi è stato proposto di partecipare alla missione popolare, ricordo di avere provato dentro di me un grande entusiasmo, accompagnato però da tanti interrogativi che si facevano strada, uno dopo l’altro, nella mia mente. Avrei voluto conoscere qualcosa in più su questa missione, desideravo sapere cosa sarei stata chiamata a fare, come sarebbero state strutturate le mie giornate, chi avrebbe condiviso con me questa esperienza. Ma nulla di tutto ciò mi era dato sapere. Sono partita da casa senza sapere nulla, ma non smetterò mai di ringraziare per questo: l’assenza di certezze mi ha fatto sentire disarmata, e ciò mi ha permesso di affidarmi più fiduciosamente a Dio.
Vivere per l’altro e gli altri

Quando, alla fine dell’esperienza della missione, mi è stato chiesto di descrivere in una parola cosa significasse per me la missione a Mondragone io ho scelto la parola “completezza”. Ho scelto questa parola perché descriveva al meglio tutto ciò che mi portavo e che mi porto dentro fin dal primo giorno. Mi sono sentita accolta in un paese così bello e genuino, semplice, pieno di persone belle e solari. Sono partita lasciandomi a casa i miei impegni universitari, lo studio, la routine giornaliera e mi sono affidata, non sapevo cosa avrei dovuto fare, come mi sarei dovuta comportare, e anche con qualche paura. Tutte cose che si sono poi sgretolate man mano nello scorrere dei giorni.
Dayenu Adonai…?

Durante la notte di tutte le notti, che è la Santa Notte di Pasqua, la tradizione ebraica è volta al ricordo dell’alleanza che Dio stringe col popolo d’Israele ripercorrendo le meraviglie della storia della salvezza di questo popolo tanto amato da Dio, e il tutto viene accompagnato dalle note di un canto che instancabilmente, dopo ogni prodezza divina riportata alla memoria, ripete “Dayenu, Dayenu, Adonai” ossia “Ci sarebbe bastato Signore”. È stato proprio con questo canto che siamo stati accolti ad Assisi presso la casa “Laudato sii” dalle Suore Francescane Angeline il Giovedì Santo, e sono state queste parole che mi hanno accompagnato lungo tutto il triduo di quest’anno, parole che in realtà mi risuonavano spesso in mente come un interrogativo: ci sarebbe (davvero) bastato?
Marco e Marina

Io, Marina, sono arrivata ad Assisi nel 2015, dopo un periodo in cui avevo perso tutti i riferimenti cristiani. Ho conosciuto le Suore Francescane Angeline e da subito ho visto il loro carisma come un dono che Dio metteva a mia disposizione per accompagnarmi nel percorso di ricerca vocazionale.
Io, Marco, ho conosciuto la fraternità delle Suore Angeline grazie a Marina, con cui uscivo da pochi mesi, la quale mi ha invitato a Santa Maria degli Angeli. Da subito mi ha colpito in quella casa un’accoglienza famigliare, le cure e le attenzioni di tutte le Sorelle sono state davvero materne.
Pausa libertà

Volevo raccontarvi di un dono ricevuto inaspettatamente, un dono speciale dato nel bel mezzo della partita più difficile: la vita! Nella confusione del mondo, Dio ha gridato, Dio ha chiesto un “Time out”, con la scusa delle più svariate proposte e aspettative ci ha chiamato a sé, ci ha chiesto di fare una pausa. E noi, ancora con la palla in mano, pronti alla prossima azione, abbiamo accettato, aprendo, chi più chi meno, il cuore e la mente. Così è iniziata la nostra avventura di ascolto, obbedienza e di tanto divertimento; ogni giorno c’era un dono in più, talvolta difficile da comprendere ma che lascia, nonostante tutto, un segno. Parole nuove, parole vere che risuonano ancora in testa, fino ad ancorarsi nel profondo dell’animo; quelle stesse parole che hanno portato alla luce le nostre catene e schiavitù, le nostre paure e ferite: pietre nella nostra vita.
Corso Dabar

“Questa parola è molto vicina a te; è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica” (Dt 30, 14)
Con questa frase del Deuteronomio (e molto altro…) suor Sara, suor Maria Paola, suor Veronica e suor Margherita ci hanno salutato dopo quattro giorni insieme davanti alla Parola di Dio. E con questa frase posso sintetizzare la mia esperienza al termine del corso Dabar: sono tornata a casa con la sensazione che la Parola di Dio è molto vicina a me, più vicina di quanto pensassi e soprattutto più necessaria al mio cammino. Ringrazio per aver avuto la possibilità di riscoprire la bellezza e la sapienza contenute nella Bibbia: un testo che mi ero riproposta spesso di leggere e che, dopo questa esperienza, ho il desiderio di meditare. Oltre ai preziosi contenuti che ho appreso e oltre all’esperienza di fraternità, che sempre mi riempie il cuore e mi fa brillare gli occhi, ciò che più di tutto considero un dono è essere tornata a casa con il desiderio di meditarla, questa Parola, di sentirla operante nella mia vita: Parola che trasforma, Parola viva. San Francesco non aveva una Bibbia tutta sua, eppure si è lasciato totalmente stravolgere da questa Parola, semplicemente ascoltandola durante le celebrazioni. Quanto mi stupisce! Mostra la presenza dello Spirito Santo dentro la Sacra Scrittura, una presenza potente, che bussa al cuore e non lo lascia tranquillo!
Dalla paura nasce la tua forza

Carissimi giovani amici, in questi giorni legati alla speranza della vita nuova che scaturisce dalla Pasqua, condividiamo con voi la testimonianza della giovane Martina. Una ragazza di 17 anni che, dopo aver lottato con forza, fede e coraggio per tre anni contro un tumore, ha raggiunto l’abbraccio della misericordia del Padre lo scorso marzo. Leggere le sue parole ci può aiutare a scegliere come stare nella vita.
Buongiorno,
io sono Martina Ciliberti, un’alunna dell’istituto Manlio Rossi Doria, ma invece di stare tutti i giorni in classe come una ragazza normale, sono costretta a combattere contro la malattia del secolo, il tumore. Sì, il tumore, già nominarlo mette paura a tutti, ma mette meno paura a chi ci lotta ogni giorno perché sa che non può permettersi di perdere nessun colpo, sa di dover combattere per non perdere qualcosa che gli appartiene: la vita! Il mio tumore si chiama Linfoma di Hodgking e ci faccio a botte da ben tre anni per riprendermi ciò che è mio… ovviamente non è facile affrontare tutte le cure e i trattamenti da fare perché ogni cura porta le sue conseguenze e il suo star male… ma se si vuole vincere nella vita non bisogna mai smettere di lottare.
Share the love

Vorrei condividere, care sorelle, la gioia e l’amore che ho provato durante il meraviglioso weekend vissuto a casa vostra, dal 22 al 25 aprile, per l’attività Share the Love rivolta a noi adolescenti. Personalmente sono partita con un obiettivo chiaro: cercare di interpretare cosa Dio ha in serbo per noi, cosa la fede ci riserva, o meglio riserva a me. Dobbiamo però fare tutti un passo in più: dal sapere al conoscere. Noi non siamo mai soli, e questo il nostro cuore lo sa. Dobbiamo offrire al Signore un piccolo spazio del nostro cuore perché vi possa stare, crescere e compiere quanto desidera. In questi giorni ci siamo soffermati a pensare e a riflettere su noi stessi, accorgendoci che nella vita quotidiana spesso trascuriamo, o diamo per scontate, quelle piccolezze che ci sembrano banali.