Le condizioni di salute di: Cinzia, Grazia, Rachele, Vincenzo, Irma, Alessandra, Ermanno, Laila, Clara, Maria, Roberto, Gigi, Giovannarosa, Domenico, Iolanda, Michele, Giovanna, Alberto, Alessandro, Lorenzo, Alice, Martina, Virginia, Fabiana, Francesco, Laura,
Susanna, Cristian, Ornella, Aurelia, Nisa, Giselda, Amalia, Marida, Luigina, Stefano, Sandro, Sara, Paolo, Franca, Moira,
Norma, Kate, Daniele, Valeria, Viviana , Gianni, Andrea, don Claudio, Carlo, Anna Maria, Marta, Lucia, Claudio, Marco,
Deborah, Michele, Nicolò, Daniele, Matteo, Claudio, Federica, Bartolomeo, Nikol, Paola, Doris, Maurizio, Gina, Dina,
Giorgio, Gigi, Valerio, Fausta, Enrica, Maria, Daniela, Nuccia, Jessica, Margherita, Giuseppe, Patrizio, Giovanni.
MARCO SANTAMARIA: IL TOTALE ABBANDONO A DIO
SI, il mondo appartiene a Dio! A Lui appartengono l’universo e tutte le persone tutte, perché sia l’uno che le altre sono opera delle sue mani e tutto è stato creato per amore.
(La santità – Le cose ordinarie in modo straordinario)
Marco Santamaria nasce a Benevento il 13 giugno 1987. Già dalla tenera età si avvicina alla fede grazie ai genitori. Mamma Rita e papà Carmine sono infatti membri del cenacolo “Missione Immacolata Mediatrice” a Benevento, consacrati con “l’atto di consacrazione illimitata” e successivamente con il Voto Mariano. Anche Marco fa parte del cenacolo ed è consacrato alla MIM dei piccoli.
CHIAMATE ALL’AMORE
Ecco le testimonianze di alcune giovani che lo scorso anno hanno partecipato al percorso “Come un prodigio”.
Sono Amanda, ho 28 anni e sono un’infermiera. C’è da dire che il mio incontro col Signore risale giusto a poco più di un anno fa. Eppure, la scorsa primavera ho concluso il percorso “Come un Prodigio” tenuto dalle suore francesca Angeline a Santa Maria degli Angeli. Grazie proprio a questo percorso in più tappe ho pian piano preso consapevolezza di molte cose. Ma oggi scelgo di raccontare quella, a mio avviso, più importante: il vero significato del mio nome. Amanda viene dal latino e significa “colei che deve essere amata”. Ho sempre pensato che significasse semplicemente essere circondata di persone che mi vogliono bene, ma ad un certo punto e frequentando le varie tappe, si è accesa in me una lampadina, che potrebbe sembrare banale, ma che per me è stata come un neon accecante in una grotta: è il Signore che mi ama. Ho capito che non importa quanto io possa sentirmi sbagliata o possa sbagliare, perché ai suoi occhi non sarò mai sbagliata; posso solo sbagliare ed essere amata ancora, ancora di più. Poi, ho capito qual è la mia vocazione? Diciamo che adesso ho degli strumenti per capirlo; devo ancora capire la forma da darle nel concreto, ma ho la certezza che il mio desiderio è quello di vivere una vita con l’ambizione di amare come Lui ha amato noi.
Nel mese di novembre affidiamo queste intenzioni all’intercessione di Madre Chiara Ricci
Le condizioni di salute di: Alberta, Maria Antonietta, Valerio, Matteo, Carlo, Claudio, Paola, Michele, Aladina, Maria, Daniela, Luciano, Fausta, Jessica, Giuseppe, Giovanni, Enrica, Antonio, Gigi, Bartolomeo, Margherita, Nuccia, Gina, Nikol, Maurizio, Laura, Paola, Doris, Dina, Giorgio, Patrizio, Tatiana, Alessandro, Lorenzo, Alice, Martina, Virginia, Fabiana, Francesco, Laura, Susanna, Cristian, Ornella, Aurelia, Nisa, Giselda, Amalia, Marida, Luigina, Stefano, Sandro, Sara, Paolo, Franca, Moira, Norma, Kate, Daniele, Valeria, Viviana, Giancarla, Rachele e Vincenzo, Irma.
“la luce splende nelle tenebre” (Gv 1, 5)
“E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1, 14)
Benvenuti e bentornati in questa rubrica sui centenari francescani, alla ricerca della bellezza che queste celebrazioni raccontano.
Continuiamo questo mese a scoprire il Natale di Greccio. Dopo aver ascoltato i Vangeli della natività secondo Matteo e Luca, oggi proveremo ad entrare un po’ di più, in punta di piedi, nel Prologo di Giovanni: ci troviamo al capitolo uno.
Ma prima di iniziare, di cosa si sta parlando quando si parla del Natale di Greccio? Perché è così importante? Ebbene, nelle Fonti francescane viene riportato da Tommaso da Celano un episodio molto singolare e importante della vita di Francesco, avvenuto proprio a Greccio nella notte di Natale del 1223. Era un periodo turbolento nella vita del Santo, durante il quale viveva delle grandi fatiche e incomprensioni con i frati con i frati appartenenti all’ordine da lui stesso fondato. Loro lo ritenevano un uomo troppo semplice per poter rimanere loro ministro generale, e così fu allontanato dalla sua stessa famiglia fino a diventarne quasi un estraneo per alcuni suoi fratelli. In questo clima di tensione, Francesco non cede ai rimorsi e alla frustrazione ma si unisce ancora di più al suo Signore e all’Amore che Egli aveva per lui e per ogni uomo, anche per quei suoi fratelli che gli stavano facendo del male.
REBECCA COLOMBANO: UN CUORE CHE BATTE ETERNAMENTE
È una persona bella perché irradia quella purezza e quella luce che sono il riflesso dello splendore di Dio. […] È una persona bella perché la santità interiore si manifesta all’esterno rendendo bello il sorriso, vivo lo sguardo, dolce e carezzevole il viso, affascinante il modo di aprirsi con gli altri.
(La santità – Le cose ordinarie in modo straordinario)
Rebecca nasce il 12 gennaio 2010 dopo una gravidanza difficile e un parto molto complesso definito fin da subito “prodigioso”.
Stare in famiglia!
Ecco le testimonianze di alcuni giovani che hanno partecipato alle giornate di spiritualità, per fare memoria dei 140 anni dalla fondazione dell’istituto delle suore francescane Angeline e dei 190 anni dalla nascita di Madre Chiara, tenutosi a Castelspina in Piemonte dal 27 al 29 Settembre 2024.
FAMIGLIA, questa è la parola con cui riassumo la XXIX giornata di spiritualità a Castelspina. Vivere questa esperienza circondata dall’amore delle suore francescane Angeline mi ha lasciato un insegnamento prezioso: basta poco per sentirsi a casa, basta un tavolo, qualcuno che ti accoglie e, ovunque siamo, con chiunque siamo, dove sono le Angeline, ciascuno trova una sedia per sedersi.
“Tutto concorre al bene per coloro che amano Dio” (Rm 8, 28)
Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine.
Lc 1, 30-33
Benvenuti e bentornati nella nostra rubrica sui centenari francescani, celebrazioni che dall’anno scorso ci accompagneranno fino al 2026, quando celebreremo gli ottocento anni dal transito di San Francesco. Il primo centenario, festeggiato a novembre dello scorso anno, è stato quello degli ottocento anni dalla Regola bollata e ora ci stiamo soffermando sulla seconda celebrazione: gli ottocento anni dal presepio di Greccio. E che cosa sarebbe? A dicembre dell’anno scorso sono stati esattamente ottocento anni da quando, nella notte tra il 24 e il 25 dicembre 1223, Francesco volle realizzare la prima rappresentazione della nascita di Gesù. Era una nuova Betlemme, in un piccolo paesino dell’Umbria di nome Greccio, che si vide quella Santa notte e da quest’evento nacque il presepe che noi tutt’oggi ancora realizziamo ogni anno nelle nostre case.
Nel mese di ottobre affidiamo queste intenzioni all’intercessione di Madre Chiara Ricci
Le condizioni di salute di: Costanza, Laura, Pinuccia, Silvia, Paola, Luciano, Iolanda, Michele, Domenico, Giovannarosa, Gigi, Irma, Roberto, Maria, Clara, Laila, Ermanno, Nikol, Laura, Eros, Paola, Maurizio, Dina, Giorgio, Gina, Gigi, Patrizio, Ciro, Claudio, Costanza, Greta, Giovanni, Carlo, Valerio, Giovanna, Mimmo, Bartolomeo, Alessandro, Lorenzo, Alice, Martina, Virginia, Fabiana, Francesco, Laura, Susanna, Cristian, Ornella, Aurelia, Nisa, Giselda, Amalia, Marida, Luigina, Stefano, Sandro, Sara, Paolo, Franca, Moira, Kate, Daniele, Valeria, Viviana, Giancarla, Rachele, Vincenzo, Gianni, Andrea, Alessandra, don Claudio, Carlo, Anna Maria, Marta, Lucia, Claudio, Mauro, Renzo, Nellis, Angelo, Carla, Simona, Maria Pia.
Cuore al rovescio
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: “Di che cosa stavate discutendo per la strada?”. Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: “Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti”. E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: “Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato”.