Le condizioni di salute di: Costanza, Laura, Pinuccia, Silvia, Paola, Luciano, Iolanda, Michele, Domenico, Giovannarosa, Gigi, Irma, Roberto, Maria, Clara, Laila, Ermanno, Nikol, Laura, Eros, Paola, Maurizio, Dina, Giorgio, Gina, Gigi, Patrizio, Ciro, Claudio, Costanza, Greta, Giovanni, Carlo, Valerio, Giovanna, Mimmo, Bartolomeo, Alessandro, Lorenzo, Alice, Martina, Virginia, Fabiana, Francesco, Laura, Susanna, Cristian, Ornella, Aurelia, Nisa, Giselda, Amalia, Marida, Luigina, Stefano, Sandro, Sara, Paolo, Franca, Moira, Kate, Daniele, Valeria, Viviana, Giancarla, Rachele, Vincenzo, Gianni, Andrea, Alessandra, don Claudio, Carlo, Anna Maria, Marta, Lucia, Claudio, Mauro, Renzo, Nellis, Angelo, Carla, Simona, Maria Pia.
Cuore al rovescio
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: “Di che cosa stavate discutendo per la strada?”. Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: “Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti”. E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: “Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato”.
ANTONIO TERRANOVA: LA DEVOZIONE VERSO LA MADONNA
La necessità di un’intima comunione con Gesù è personalmente illustrata da Gesù stesso con le note similitudini della vite e del pane. […] «Io sono il pane della vita: chi viene a me non avrà più fame, e chi crede in me non avrà più sete». La preghiera e i sacramenti creano questa comunione vitale fra Gesù e il singolo cristiano.
(La santità – Le cose ordinarie in modo straordinario)
Antonio Terranova nasce il 14 luglio 2004 a Palermo.
La famiglia non frequenta la Chiesa, ma da subito Gesù conquista il cuore di Antonio e lo plasma a sua immagine: da quando è piccolo mostra attenzione verso i più deboli, ad esempio si accerta che la mamma gli metta nello zaino qualche merendina in più per condividerla eventualmente con chi è senza oppure aiuta i compagni con maggiore difficoltà.
VIVO CON TE
Ecco le testimonianze di una marciatrice e di un guastatore che hanno partecipato alla 42° marcia francescana “Vivo con Te”.
Ciao, mi presento, sono Mariapia, ho 21 anni e studio medicina a Perugia, città in cui vivo da quando ho fatto le valigie, lasciandomi alle spalle l’eco dei rintocchi delle campane di Agnone, paesino di montagna in cui sono nata. Perugia e poi Assisi sono state mete a cui non avrei mai previsto, immaginando la vita da fuori-sede, ero inquieta e mille erano i dubbi che abitavano in me circa la scelta universitaria, il mio passato… Forse, stavo tralasciando la domanda più importante di tutte: quella sulla mia fede! Questa fame di senso che mi abitava, ha trovato radici durante i giorni di grazia della 42° marcia francescana, in cui ho scoperto di stare vivendo al 10%, di stare perdendo non solo tempo, ma anche vita proprio come da una ferita si perde sangue. Di fronte a queste verità, le difese vengono meno e ci si spoglia, anche perché, il primo modo per curare è scoprire le ferite dalle loro bende. Così, come il malato, che per lasciarsi curare le ferite le scopre, anche noi marciatori abbiamo abbandonato la nostra chiave di lettura e ci siamo lasciati curare, guarire, risorgere! Questa esperienza di amore mi ha permesso di vivere, già ora, la promessa di vita in abbondanza che il nostro Dio ha da sempre pensato per noi, ho potuto riconoscermi figlia di un Padre che si fa presente attraverso i fratelli e le sorelle. “Fatti vivo e donati” sono parole preziose ricevute nei giorni della marcia, come coordinate, affinché io possa vivere ricercando costantemente quel volto misericordioso che ho conosciuto, coltivando nella quotidianità il seme di verità che mi è stato donato.
Nel mese di settembre affidiamo queste intenzioni all’intercessione di Madre Chiara Ricci
Le condizioni di salute di: Alessandro, Lorenzo, Alice, Martina, Virginia, Fabiana, Francesco, Laura, Susanna, Cristian, Ornella, Nisa, Giselda, Amalia, Marida, Luigina, Kate, Stefano, Sandro, Daniele, Valeria, Viviana, Giancarla, Rachele e Vincenzo, Bartolomeo, Mauro, Giovanni, Gigi, Greta, Valerio, Claudio, Giovanna, Mimmo, Alessandro, Patrizio, Anna, Maria, Mauro, Ciro, Mauro, Renzo, Nellis e Angelo, Gianni, Andrea, don Claudio, Alessandro, Carlo, Anna Maria, Lucia, Carla, don Gian Matteo, Carla, Simona, Maria Pia, Domenico, Giovannarosa, Gigi, Irma, Paola, Roberto, Maria, Clara, Laila, Ermanno, Marco.
GIOVANNA DI MARIA: L’AMORE PER IL PERDONO
La penitenza ci concede il perdono dei peccati ridonandoci la Grazia perduta e sostenendoci nel combattimento contro il male.
(La santità – Le cose ordinarie in modo straordinario)
Giovanna Rita di Maria nasce il 30 novembre 1989 ad Alghero. Cresce a Sassari con una famiglia di sani principi e una fede molto salda.
Ha molti amici e una passione per la pallavolo, piena di energia e di entusiasmo “in questa ordinarietà cresceva con lei qualcosa di straordinario”.
È una bambina ordinata e sempre pronta ad aiutare chi le chiede aiuto, come bambini e anziani. La sua attenzione verso l’altro si nota quando decide di iniziare a dormire per terra, dice che la fa stare bene perché si sente vicino a chi lo fa per necessità.
Scoprirsi nel servizio!
Ecco le testimonianze di alcuni ragazzi in servizio al Time Out, un’esperienza dedicata ai ragazzi dai 16 ai 18 anni per fermarsi a gustare la bellezza di riscoprirsi figli amati da Dio.
Ciao a tutti, mi presento: sono Damiano, ho 35 anni e vivo nella mia amata città: Bologna. Quest’anno ho deciso di tornare a fare servizio al Time Out 2, perché sentivo che dovevo rimettere al servizio degli altri i miei talenti. Così mi sono alzato dalla mia zona confort e mi sono buttato nella mischia. A Santa Maria degli Angeli ho condiviso i miei spazi con giovani provenienti da diverse zone d’Italia. Durante le salite ad Assisi ho potuto ascoltare, oltre alle fatiche fisiche dei ragazzi, le loro grandi domande: “Ma quanto è bello e allo stesso tempo difficile amare?”, “Io non so se sono credente, ma secondo te è sbagliato credere in Dio?”, “Damiano sai che ho capito di essere schiavo del mio cellulare?”.
Nel mese di agosto affidiamo queste intenzioni all’intercessione di Madre Chiara Ricci
Le condizioni di salute di: Liliana, Letizia, Raimondo, Maria, Mariuccia, Ciro, Alessandro, Lorenzo, Alice, Martina, Virginia, Fabiana, Francesco, Laura, Susanna, Cristian, Ornella, Nisa, Giselda, Amalia, Marida, Luigina, Kate, Stefano, Sandro, Daniele, Valeria, Viviana, Giancarla, Rachele e Vincenzo, Gigi, Greta, Patrizio, Nikol, Maurizio, Gina, Laura, Paola, Giorgio, Dina, Morena, Anna, Suor Ivana, Valerio Alessandra, Lavinia, Mauro, Giovanni , Gigi, Irma, Paola, Maria, Roberto, Clara, Laila, Ermanno, Maria Rita, Dora e Luigi, Raffaella, Gianni, Andrea, don Claudio, Carlo, Annamaria, Marta, Lucia, Alessandra.
EMER MEZZANOTTE: IL RIFLESSO DI DIO
[…] Non si fa discernimento per scoprire cos’altro possiamo ricavare da questa vita, ma per riconoscere come possiamo compiere meglio la missione che ci è stata affidata nel Battesimo, e ciò implica essere disposti a rinunce fino a dare tutto. Infatti, la felicità è paradossale e ci regala le migliori esperienze quando accettiamo quella logica misteriosa che non è di questo mondo. Come diceva san Bonaventura riferendosi alla croce: «Questa è la nostra logica». Se uno assume questa dinamica, allora non lascia anestetizzare la propria coscienza e si apre generosamente al discernimento.
PIEDI STANCHI E SGUARDO CHE CURA
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’».
(Mc 6, 30-31)
Eccoci qui, nel bel mezzo dell’estate. E come i discepoli, anche noi forse ci siamo arrivati carichi di tante esperienze belle o faticose, vissute nel corso di questo anno; di cambiamenti e di novità; di relazioni lasciate o scoperte. Insomma, anche noi arriviamo con gli occhi carichi di una storia intessuta e i piedi impolverati per il cammino fatto.