Continuiamo a riflettere sulla figura di Abramo per vedere come la sua storia può parlare al nostro quotidiano…
Le riflessioni sono tratte da: P. Curtaz, Il cercatore, lo scampato, l’astuto, il sognatore, San Paolo, 2016.
Leggi il testo del sacrificio di Isacco (trovi il brano in fondo alla pagina)
1 Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». 2 Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami, Isacco, va’ nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò».
Chiunque tra noi, cari amici, sa che nella storia di Abramo c’è un fatto, un evento orrendo e osceno che lo reso famoso fino a noi. Una pagina che è tra le più incomprensibili della Bibbia, una pagina che ha commosso, sdegnato, irritato, turbato intere generazioni. Ci riferiamo al sacrificio di Isacco. L’idea di un dio tenebroso che chiede sacrifici inauditi e va temuto e rispettato è stata alimentata da questa pagina. Dio non ha chiesto forse ad Abramo di sacrificare Isacco? Non ha voluto che Gesù morisse in croce? Semplificazione orribile! Eppure sentita tante volte sulla bocca di sé-dicenti cristiani! Non è mai volontà di Dio che un figlio muoia! Il mistero della morte resta oscuro: Dio in Gesù non ce ne offre una spiegazione ma assume su di sé ogni sofferenza, salvandola.