Voglio vedere il tuo volto

Ecco le testimonianze di tre partecipanti al percorso online Voglio vedere il tuo volto

Ciao, sono Eleonora, una ragazza di 22 anni! Sono originaria della provincia di Treviso ma al momento mi trovo in Scozia, dove frequento l’università (ancora per poco, tra una settimana consegno la tesi!). Studio Film & Media, una roba un po’ particolare. Sono qui per parlarvi nel mio piccolo dell’esperienza che ho vissuto con il corso Voglio vedere il Tuo volto. Mia sorella aveva ricevuto l’invito su whatsapp e la cosa ha incuriosito molto anche me: visto che siamo in un tempo speciale (quello quaresimale) ero alla ricerca di occasioni e momenti che mi aiutassero a dedicare più tempo alla mia relazione con Papà, Dio Padre. A parte la simpatia delle suore – che secondo me sono una vera forza della natura! – il corso si è rivelato effettivamente uno strumento utile per mettere a fuoco certe cose nella relazione con me stessa, con gli altri e con Dio, lasciandomi molto spazio sia per la preghiera personale che per momenti fecondi di condivisione. È sempre bello vivere in comunità la fede e questa è stata un’occasione per farlo, cosa per nulla scontata per me che vivo nel Regno Unito, a maggioranza protestante. Nella sua semplicità, il corso mi ha “costretta” a fare spazio alla meditazione e questo ha innescato un desiderio ancora più grande di vivere la Quaresima in modo nuovo, speciale, riconoscendo che è un momento unico durante l’anno in cui sperimentare l’amore e la misericordia di Dio!

Eleonora

 

Sono Davide Bonini ho 29 anni e vivo a Correggio (RE). Sono artigiano, amo creare con le mani, inoltre mi occupo di varie mansioni all’interno della mia Parrocchia tra cui Educatore. Ho deciso di partecipare a questi incontri perché sono interessanti in quanto formativi; per un educatore e per essere un vero cristiano è utile vedere il vero volto di chi ci ama più di ogni cosa. In questi incontri sono riuscito a cogliere il vero Volto di Cristo. Questi incontri mi hanno reso occhi nuovi per vedere il volto di Cristo nel cuore di chi mi sta intorno e di accogliere la resurrezione come dono di Amore Autentico di Cristo Maestro e Fratello, Figlio del mio stesso Padre.

Davide

 

Ciao sono Mena, vivo a Pozzuoli in provincia di Napoli. Perché ho deciso di partecipare al percorso online di Voglio vedere il tuo volto? Beh, non c’è molto da dire, avevo semplicemente bisogno di farmi un regalo, di quelli che non costano niente ma che ti scaldano il cuore. La prima cosa che ho fatto, è tra le più scontate: ho chiesto di partecipare agli incontri, ho  ricevuto il link e sono entrata nella stanza virtuale. Un saluto veloce con l’allegra compagnia delle Suore Francescane Angeline e con i nuovi e vecchi volti dei miei compagni di questo nuovo viaggio. Voglio vedere il tuo volto è stato un percorso cominciato con una semplice domanda “tu cosa vedi?” a cui per fortuna non abbiamo dovuto rispondere nell’immediato, ma con l’aiuto del buon Dio, guidati dal Vangelo di Marco (6,18.20-23) e di Giovanni (8,1-11). Da una sola domanda ne sono scaturite altre tipo “cosa vedo io?”, “cosa vede Dio?”, “ma io ci vedo bene?”. Ecco la prima di tre tappe di questo percorso fatto di domande, incertezze, riflessioni, ed un sincero invito a reimpostare il nostro  sguardo. Continuando il percorso verso la seconda tappa, il discorso si è fatto anche più difficile con la lettura del vangelo di Marco (10,46-52), nel quale si affermava chiaramente che la cecità, prima ancora di essere dei ciechi, è di chi non vuole vedere. Se  è cosi, tutto cambia, le parti si invertono e anche chi possiede la vista può essere cieco così come chi è non vedente può vedere chiaramente senza sbavature o storture. Ma com’è possibile tutto questo? E qual è l’organo del corpo umano che permette tutto questo, se per vedere non basta più, solo la vista? Eccoci dunque arrivati alla terza e ultima tappa del percorso Voglio vedere il tuo volto, la tappa delle risposte, che si sa non arrivano da sé; per trovarle, ci siamo lasciati guidare ancora una volta dal vangelo di Marco (8,27-33). I nodi vengono al pettine, la matassa si scioglie, i dubbi sopiti, le paure placate, gli errori perdonati, sollevato il velo di maya. Nella semplice legge del solo l’amore resta, l’amore di Cristo morto in croce e risorto per noi. Per capire questa legge d’amore di Dio abbiamo bisogno di spalancare il nostro cuore e di pensare secondo Dio, non secondo gli uomini. Nel sottile rapporto in cui la ragione umana si lascia guidare dall’amore di Dio. “Credo per capire e capisco per credere” perché “il cuore conosce ragioni che la ragione non conosce”.

Mena

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