Un deserto che attrae!

In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e disse: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

Mc 1,12-15

 

 

Chiudi gli occhi e immagina un deserto. Facile, vero?

Ora però fai un altro piccolo sforzo e cambia prospettiva: perché il deserto che interessa noi è fatto di rocce. Non sabbia, dunque, ma pietre e rocce.

Il silenzio, quello sì che è facile da immaginare. Eppure il silenzio che ci offre il deserto non è solo quello acustico, ma è quel Silenzio che ci permette di vedere le cose da un altro punto di vista; è quel Silenzio che ci permette di farci attenti, vigili, e di scavare nelle profondità di noi stessi per ritrovare ciò che per noi è davvero “essenziale”.

E, a volte, questo fa paura!

Perché allora, come immagine del tempo forte che stiamo vivendo (il tempo della Quaresima), la Chiesa ci propone proprio il deserto?

Per metterci in guardia?! Vuoi andare scrupolosamente alla ricerca di tutti i nostri difetti, mancanze, fragilità e porvi rimedio rapido?!

NO!

Papa Francesco (nel suo Messaggio per la Quaresima) ci aiuta a pensare al deserto come

lo spazio in cui la nostra libertà può maturare in una personale decisione di non ricadere schiava.

Visto così, il deserto assume una forma diversa. Potrebbe diventare perfino… attraente!

Venire? La risposta la possiamo trovare nella Bibbia: tutto l’Antico Testamento è costellato di momenti, eventi, incontri, vissuti in quest’ambiente apparentemente sterile e ostile. Eppure lì, dove tutto sembra tacere, Dio si mostra in tutta la sua Tenerezza, portando consolazione, perdono, liberazione, incontro intimo.

E’ successo ad Agar ea suo figlio Ismaele, presi per mano e incoraggiati a scorgere una sorgente d’acqua per potersi dissetare e intraprendere passi di vita nuova (Genesi 21, 1-21); lo ha sperimentato il popolo di Israele che, in quarant’anni di cammino, si è fatto testimone della fedeltà e caparbietà di un Dio che, nonostante lamentele e ribellioni, non ha smesso di rinnovare il suo Amore e la sua Predilezione (Esodo 15, 1-21; Deuteronomio 4, 32-40; Salmo 136(135) ); ne ha fatto esperienza il profeta Elia quando, rintanato in una grotta, sperimenta la delicatezza di Dio celato in un sussurro di brezza leggera (1Re 19, 9-13).

E’ successo a Gesù di Nazareth, che nel deserto di Giuda vi ha trascorso quaranta giorni e quaranta notti, lottando contro la tentazione successo, del potere, della facile soddisfazione dei propri bisogni e desideri. Il Figlio di Dio lotta, sceglie di mettersi in discussione, per fare verità.

E noi? Siamo disposti a metterci in gioco per fare verità in noi stessi?

Per farlo però dobbiamo decidere di entrare in quel deserto, di scavare nelle profondità di noi stessi e ritrovare cos’è (o CHI!) è l’Essenziale della nostra vita. Scopriremo che così come la dura roccia del deserto custodisce sotto di sè la freschezza di un’acqua dissetante, allo stesso modo quegli spazi di silenzio e preghiera ricercati e vissuti, possono diventare luoghi di incontro intimo con l’Amato:

 

la attirerò a me,

la condurrò nel deserto

e parlerò al suo cuore (Os 2,16)

 

Dio è capace di far sgorgare acqua zampillante dalla roccia, di far rifiorire la vita partendo da ciò che a noi sembra solo terra sterile! Nel deserto, allora, può rifiorire la vita! 

Un mistico del XIV secolo (Richard Rolle) così si esprime:

L’Amato conduce la sua amata lontano dalla confusione della folla. Là, sola con lui solo, ella si siede nella pace.

Egli, rivestito di gioia, le dice ciò che più gli sta a cuore.

 

Inoltriamoci allora in questo tempo di Quaresima ricercando spazi di ascolto della Parola, di confronto con chi ci sta accompagnando, di gesti concreti di cura verso chi ha più bisogno, … sicuri di essere custoditi dal Padre .

 

Ci lasciamo con le parole di una sua ora Francescana Angelina molto cara a tutte noi: Madre Giulia Ceriani (Superiora Generale nel ventennio post-conciliare):

Scrolliamoci dalle spalle, dal cuore, da noi stesse la stanchezza, la sfiducia che si è creata in noi, attorno a noi e con animo pieno di speranza ricominciamo un cammino nuovo.

San Paolo ci dice che è il tempo opportuno, quello che viviamo e da poco iniziato. E’ tempo di conversione. Certo la conversione non è così facile come dirlo, perché vuol dire rimettere in discussione noi stessi, la nostra mentalità, lasciarsi prendere da Cristo totalmente e, a questo fine, fare spazio a Lui […].

Questo è l’augurio che ci lasciamo per questo tempo che ci separa dalla Pasqua.

Buon cammino a tutti!

 

Qui sotto riportiamo il link del Messaggio di papa Francesco per la Quaresima 2024:

https://www.vatican.va/content/francesco/it/messages/lent/documents/20231203-messaggio-quaresima2024.html

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