LO SGUARDO DELL’AMICO

Carissimi giovani,

bentrovati in questo bellissimo tempo pasquale in cui il nostro cuore si prepara alla solennità della Pentecoste continuando a gridare:

“Cristo è risorto, è veramente risorto!”. 

Lo sguardo ferito, forte e fedele di Gesù nei giorni della Passione si è aperto alla luce della Risurrezione e ora continua ad accompagnare, da Maestro e Amico, i passi dei discepoli… i nostri passi. Eh sì…perché la Risurrezione non avviene con uno schiocco di dita, non è un tocco magico o una monetina da inserire nel juke-box e subito parte la musica, ma ha bisogno di tempo per inondare piano piano la nostra terra e scavare solchi profondi dove far fiorire vita piena.

I discepoli sono degli esperti in questo… sentite come si chiude il Vangelo di Marco:

 

“Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Magdala, dalla quale aveva scacciato sette demoni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero.
Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro.
Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura.”. (…) Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.”
(Mc 16, 9-15.19-20)

 

Che fatica credere alla Risurrezione!!! Eppure Gesù continua a manifestarsi, anzi sembra che più i discepoli faticano e più Lui si mostra, continua ad essere l’Amico che cammina al loro fianco rinnovando la fiducia senza stancarsi della loro incredulità. Poteva fermarsi qui? Assolutamente no! Gesù ha un unico metro di misura: l’eccedenza. Il Suo sguardo va oltre e vede in profondità, legge nei loro cuori la forza, anche se non ancora matura, di andare in tutto il mondo ad annunciare il Vangelo e mette tra le loro fragili mani proprio la missione della Chiesa.

Lo sguardo del Risorto è lo sguardo di un Amico che accoglie, veglia e accompagna con cura la vita dei discepoli, si affianca, agisce con loro, ha fiducia e pazienza, consapevole che la postura pasquale si acquisisce nel tempo imparando a vedere la realtà e la vita con uno sguardo nuovo e profondo.

 

In questi giorni durante la preghiera apri il cuore alla lode per il dono di Gesù come l’Amico per eccellenza che ci viene a cercare, ci custodisce, ci ascolta e sostiene i nostri passi, giorno dopo giorno.

Condivido l’immagine di un’icona copta del VII secolo d. C. denominata “L’icona dell’amicizia” la cui contemplazione può aiutarci nella meditazione. 

 

I dettagli da rilevare sono molteplici ma noi ci soffermeremo sullo sguardo.

Lo sguardo in avanti: Gesù non cammina davanti all’amico, ma al suo fianco. Entrambi guardano in avanti, verso il Padre che è la meta del desiderio di Gesù, il Figlio Unigenito, che vuole realizzare il desiderio di paternità di Dio, portando a Lui una moltitudine di fratelli.

I due occhi grandi: nell’antica tradizione il simbolo dei monaci è la civetta, le cui pupille si dilatano nella notte consentendole una vista fuori dal comune. Non a caso gli occhi dei due amici sono molto grandi a significare che la fede consente all’uomo un di più di discernimento. Effetto della preghiera è una capacità di contemplazione della storia, di visione spirituale del cosmo, di intuizione della presenza del Signore nelle creature.

Gli occhi strabici: ciascuno dei due ha un occhio leggermente piegato in direzione dell’amico, così che sia più facile “tenerlo d’occhio” e custodirlo nei suoi passi.

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