Infinitamente buono

 

Ecco le testimonianze di due marciatori della 40° marcia francescana “Infinitamente buono”! 

 

Ciao a tutti, sono tornata da poco da un’esperienza piena di vita che vi voglio raccontare!

Prima di tutto mi presento, mi chiamo Gloria, ho 31 anni e vengo da un paese non troppo lontano da Assisi. Sono infermiera, un lavoro bellissimo ma che mi ha obbligata per sei anni a vivere con la valigia in mano in giro per l’Italia, prima di tornare due anni fa, al mio paese di origine a San Mariano, in provincia di Perugia.

Sebbene la vicinanza con Assisi, ho conosciuto la realtà dei frati e le suore solo l’anno scorso.

Partire otto anni fa per lavoro, a circa 500 km da casa, era stato davvero semplice. Una valigia, poche esperienze di vita, una laurea e tanto desiderio di conoscere il mondo e un po’ troppa ingenuità. Iniziai una vita apparentemente spensierata perché vissuta in superficie, una “vita frullatore” direbbe suor Sara, di quelle in cui ti riempi le giornate e non hai molto tempo di pensare a dove stai andando. Per mia fortuna il mixer che frullava tutto ad certo punto fu interrotto da una pandemia, una malattia in famiglia e una relazione finita male.

Così alla soglia dei quasi trent’anni iniziai a fare i conti con le relazioni di cui mi ero circondata in quegli anni e alla qualità della vita che stavo “vivendo” e con la coda tra le gambe me ne tornai nei pressi di casa.

Per una serie di Dio-incidenze, bussai alla porta della casa “Laudato Sii” delle sorelle Angeline che mi accolsero come nessun altro aveva saputo fare in quel momento molto buio per me, e da quel giorno cominciò ad aprirsi uno spiraglio di luce nella mia vita che tutt’ora inseguo e perseguo.

Proprio in questa casa sentii parlare per la prima volta della MARCIA FRANCESCANA dalla testimonianza di un’infermiera come me che raccontava che dopo una relazione finta male, con un matrimonio già organizzato, incontrò Dio e da lì tutto assunse un senso.

Il giorno della testimonianza, Valentina, con due bimbe in braccio e una nel passeggino, un marito innamorato, ma soprattutto con la luce di Dio negli occhi, mi parlava del perdono di Assisi e della marcia francescana come una grazia ineguagliabile.

Il parallelismo della storia di Valentina con la mia vita mi diede la spinta per iscrivermi e partecipare a questo sciame di luce che da Cortona alla Porziuncola di Santa Maria degli Angeli, ha toccato le strade di questi posti santi.

Un’esperienza ricca di vita che mi fatta sentire dopo tanto tempo di girovagare, al posto giusto, presente a me stessa, in relazione con un Dio che mi ama più di quello che credessi, che non aspettava altro che iniziassi a camminare con lui.

Penso che la marcia sia proprio la metafora della vita: camminare con tanti ragazzi giovani, tutti alla ricerca della propria strada, guidati nella fede da frati e suore e tutti con la stessa meta finale, mi ha regalato la consapevolezza di quanto Dio mi ama e vuole il meglio per me. Ho potuto riconoscere Dio in ogni persona che mi ha affiancato per qualche tratto di strada e che quindi ha alleggerito la salita facendomi dimenticare le mie vesciche e dolori (le difficoltà della vita), mentre mi raccontava la sua storia, e quindi dandomi delle chiavi di lettura per leggere la mia.  Ogni persona è stata davvero un dono per me.

Cosa mi porto a casa? Il dono di sentirmi figlia amata e voluta da sempre ed il desiderio di continuare a camminare con Lui in questa relazione meravigliosa d’amore e fiducia in cui io posso mostrare la parte più nascosta di me e quindi anche quella più vera, di fronte ad un Dio che è pronto ad accogliere e ad amare poiché INFINITAMENTE BUONO.

Gloria

 

 

Mi chiamo Michele, ho 34 anni, sono pugliese ma da 15 anni vivo a Milano.

Da 3 anni quasi per caso, o per Dio-incidenza, ho iniziato un cammino spirituale con la GiFra (Gioventù Francescana) attraverso cui sono venuto a conoscenza del Sog e delle Suore Francescane Angeline.

Ci tenevo davvero tanto a partecipare alla marcia perché ho sentito tante testimonianze di ragazzi e ragazze a cui la marcia ha lasciato qualcosa di bello. Quando ho chiamato per prenotare era già tutto pieno ma mi sono messo in lista fiducioso. Due mesi prima della marcia mi chiama suor Sara per dirmi che si era liberato un posto, per me è stata una grande gioia, sarei andato alla marcia! Sarebbe stata un’ottima occasione per fare discernimento sulla mia vita.

I primi due giorni sono trascorsi in allegria ma dopo sono venute fuori le mie ferite e le mie povertà. Non è stato semplice affrontarle e non sono neanche stato tanto bravo a gestirle però, anche se è stato doloroso, sono contento che siano venute fuori. Sono fermamente convinto che si possa crescere e migliorare costantemente per cui la marcia è stata un’ottima occasione di crescita e per questo ne sono grato.

Inoltre la marcia mi ha lasciato un forte desiderio di preghiera quotidiana. Prima della marcia ero stato invitato spesso a pregare costantemente e per alcuni periodi mi ero messo di buona lena e ci ero anche riuscito. Ma quando ne senti il desiderio è diverso. Percepisci che la preghiera è diventata qualcosa di bello che arricchisce la tua vita e di cui non puoi più farne a meno.

La mia marcia è stata complicata ma sono contento che sia stata così. E’ stata un passo del mio cammino, ne dovrò fare molti altri, citando Chiara Corbella, un piccolo passo possibile alla volta, ma ehy sto camminando! …ed è bellissimo perché, nonostante tutto, mi fa percepire l’amore del Padre, mi fa sentire amato.

Michele

 

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