Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
(Lc 1, 41-45)
Il mese di maggio si è ormai concluso ma la Sapienza della Chiesa non finisce di stupirci.
A conclusione di questo mese dedicato alla Vergine Maria, la liturgia ci fa porre lo sguardo sull’incontro tra due donne.
Due donne, custodi nel loro grembo di vita nuova, che si ritrovano, si abbracciano; si riconoscono destinatarie di un amore sovrabbondante e inaspettato ed elevano ciascuna il proprio canto di lode al Dio Onnipotente.
Maria, con tanta semplicità e umiltà, accoglie il saluto della cugina Elisabetta e poi, con altrettanta delicatezza e fermezza, sposta l’attenzione da sé a Colui che ricolma l’umanità intera di tenerezza e misericordia.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.(Lc 1, 49-50)
Nel canto del Magnificat Maria esprime in pienezza il suo essere donna di speranza. Anzi, Madre di speranza!
E’ grazie a lei, infatti, che anche noi possiamo essere capaci di vivere con coraggio il nostro oggi, tenendo fisso lo sguardo sul futuro per intravederne germogli di bellezza, di novità, di salvezza.
Questo non vuol dire però illudersi che nella nostra vita e nel mondo tutto andrà sempre bene! La realtà, la storia, le notizie ce lo mostrano quotidianamente.
Viviamo tempi difficili da percorrere e da raccontare, che rappresentano una sfida per tutti noi e che non dobbiamo fuggire.
(papa Leone XIV)
Ecco! Maria ci insegna questo: a non fuggire di fronte alle crisi, ai dubbi, a ciò che non conosciamo. Ce lo ha mostrato in tutta la sua vita.
Maria: non è una donna che si deprime davanti alle incertezze della vita, specialmente quando nulla sembra andare per il verso giusto. Non è nemmeno una donna che protesta con violenza, che inveisce contro il destino della vita che ci rivela spesso un volto ostile. È invece una donna che ascolta: non dimenticatevi che c’è sempre un grande rapporto tra la speranza e l’ascolto, e Maria è una donna che ascolta. Maria accoglie l’esistenza così come essa si consegna a noi, con i suoi giorni felici, ma anche con le sue tragedie che mai vorremmo avere incrociato. Fino alla notte suprema di Maria, quando il suo Figlio è inchiodato al legno della croce.
(papa Francesco)
La Vergine Maria è Madre di Speranza proprio per la sua capacità di “stare”:
Stare… nella scelta di accogliere il Verbo di Dio nel suo grembo.
Stare… di fronte al Figlio di Dio che impara il mestiere del falegname ma che, ancora bambino, si ferma a discutere con i sacerdoti al Tempio di Gerusalemme.
Stare… in disparte in una festa di nozze, ma indicare ai servitori (e a tutti noi!) a Chi rivolgersi per gustare la pienezza della gioia.
Stare… sotto una croce, guardando il proprio figlio tradito, rinnegato, abbandonato e crocifisso; stare nell’attesa silenziosa del Sabato Santo.
La ritroveremo nel primo giorno della Chiesa, lei, madre di speranza, in mezzo a quella comunità di discepoli così fragili: uno aveva rinnegato, molti erano fuggiti, tutti avevano avuto paura (cfr At 1,14). Ma lei semplicemente stava lì, nel più normale dei modi, come se fosse una cosa del tutto naturale: nella prima Chiesa avvolta dalla luce della Risurrezione, ma anche dai tremori dei primi passi che doveva compiere nel mondo. Per questo tutti noi la amiamo come Madre. Non siamo orfani: abbiamo una Madre in cielo, che è la Santa Madre di Dio.
(papa Francesco)
A te, Maria, Madre della Speranza, vogliamo allora volgere il nostro sguardo.
Vogliamo affidarti la nostra vita, il nostro cammino, le nostre scelte.
Sostieni tu i nostri passi e, ogni tanto, ricorda al nostro cuore di alzare lo sguardo verso tuo Figlio; di non avere paura, ma di guardare l’orizzonte più lontano (che si chiama Regno dei Cieli) per essere portatori di speranza nella nostra quotidianità; di vivere il coraggio della speranza per diffondere ovunque il profumo di Cristo Risorto!