PAOLA ADAMO: LA GIOVANE ARTISTA

La santificazione è un cammino comunitario, da fare a due a due. Così lo rispecchiano alcune comunità sante. In varie occasioni la Chiesa ha canonizzato intere comunità che hanno vissuto eroicamente il Vangelo o che hanno offerto a Dio la vita di tutti i loro membri […]. Vivere e lavorare con altri è senza dubbio una via di crescita spirituale. San Giovanni della Croce diceva a un discepolo: stai vivendo con altri «perché ti lavorino e ti esercitino nella virtù».

(Papa Francesco, GE 141)

 
Paola Adamo nasce il 24 ottobre 1963 a Napoli e proprio quel giorno viene battezzata. I suoi genitori, entrambi architetti, immersi nelle realtà salesiane sono i suoi catechisti che l’accompagnano e la preparano alla prima comunione e alla cresima che riceve solo due anni dopo.

Ragazza molto attiva, fa danza classica, nuoto e suona la chitarra. Diventa modello per la santità vissuta nel quotidiano. Lei dona amore a tutte le persone che le stanno intorno, soprattutto ai più bisognosi.

All’età di 9 anni inizia a tenere un diario, nel quale si intuisce già dalla sua giovane età il desidero di conoscere sempre di più Dio e di fare la sua volontà:

“Se Dio è la sorgente di tutte le cose, solo Lui ci potrà fare davvero felici!”.

“L’uomo deve fare solo ciò che può fare e non ciò che vuole fare, altrimenti diventa solo causa di disastri”.

“Se credi in Dio, hai il mondo in pugno”.

Ogni sera legge la biografia di San Giovanni Bosco e fa l’esame di coscienza con molta attenzione, molto pentita “delle ore sfuggite così stupidamente” e si trova spesso con gli occhi pieni di lacrime.

Durante la preparazione alla cresima, all’età di quasi undici anni le viene posta una domanda: “Che cosa pensi della morte?” “Penso che è una cosa terribile, ma basta pensare a Dio, basta pensare che un giorno risusciteremo e che avremo la vita eterna, non si ha più paura della morte”.

Frequenta il liceo artistico a Taranto legando maggiormente le ragazze emarginate dal resto della classe, che contagia con la sua gioia di vivere.

Salda nei suoi principi, cerca di vivere da creatura “vera” soprattutto nel quotidiano per rendere tutti gli ambienti che frequenta dei luoghi con “clima di gioia e di intensa unione fraterna”.

Una mattina, all’età di 15 anni lamenta un dolore al fianco destro, ma convinta dai genitori va comunque a scuola e affronta la sua giornata, perché come figlia di un docente non può dare il cattivo esempio. La sera di quel giorno però la situazione non migliora, anzi, le sale pure la febbre. Il giorno dopo parte ugualmente per Napoli per trascorrere le vacanze. Dopo un paio di settimane viene ricoverata in clinica dove le viene diagnosticata un’epatite virale, malattia già incontrata in tenera età.

Durante l’ultimo viaggio per l’ospedale di Napoli è molto preoccupata: “Papà, perché siamo a Napoli? Papà, cosa ho di grave? Papà, ma quando guarirò? Ma guarirò? Papà aiutami!”.

Riceve l’unzione degli infermi, il padre cerca di consolarla ma lei sa che non c’è più niente da fare.

Dopo qualche giorno, muore. Ai suoi genitori viene annunciato: “Paola non soffre più, è in pace. Da Dio”.

(fonti: https://www.rosarioonline.altervista.org, https://www.paolaadamo.it/, https://www.santiebeati.it/)

Bookmark the permalink.

Comments are closed.