MARCO GALLO: UNA VITA ALLA RICERCA DEL MISTERO

Forse che lo Spirito Santo può inviarci a compiere una missione e nello stesso tempo chiederci di fuggire da essa, o che evitiamo di donarci totalmente per preservare la pace interiore? Tuttavia, a volte abbiamo la tentazione di relegare la dedizione pastorale e l’impegno nel mondo a un posto secondario, come se fossero “distrazioni” nel cammino della santificazione e della pace interiore. Si dimentica che «non è che la vita abbia una missione, ma che è missione».

(Papa Francesco, GE 27)

 
Marco Gallo nasce il 7 marzo 1994 a Chiavari (GE).

Fin da bambino manifesta un forte desiderio di vita, un’apertura ad ogni aspetto della realtà, una curiosità per il Mistero.

Crescendo, si fa un ragazzo vivace, dinamico, curioso, sportivo, a volte impulsivo ed esuberante, un vulcano di idee e di iniziative.

Nella mente di Marco adolescente si affollano tanti “perché”: “Nel riflettere sulle domande ultime, voglio seguire questo metodo: utilizzare la mia ragione e la mia fede nel modo opportuno come strumento per trovare la verità. Se si vive la fede attraverso la ragione, cercando la verità in ogni idea anche negando l’idea stessa, alla fine si arriva alla verità”.

A 13 anni scrive: “Prepotente è il bisogno di significato per ogni uomo. Ciascuno desidera trovare il senso alle cose, alla gioia, al dolore, alla paura, al bene e al male e al desiderio di felicità. […] Io, nella mia persona, sento ogni giorno il bisogno incontenibile di dare un significato, anche ad una sola giornata. Rimanere fermi, annoiarsi, non avere uno scopo significa annullare la giornata, che quasi non merita di essere esistita; questo viola il valore della vita”.

Alla fine della terza media, nonostante la sua giovane età, inizia a comprendere che per ottenere il massimo è necessario il sacrificio: “È possibilissimo soffrire il dolore del sacrificio e contemporaneamente essere felici”. Capisce che la vita che il mondo gli propone, per lui fatta di cartoni, computer e giochi, non gli basta più: Marco freme per non perdere tempo, come dice ad un amico: “Non ragionare secondo il teorema: «La vita è lunga», perché ti accorgerai che è molto breve”.

Nelle sue giornate così normali quanto intense, progressivamente scopre una Presenza capace di imprimere alla sua vita un desiderio di essenzialità sempre più grande. L’affezione a Cristo inizia a fiorire e Marco si trasforma, cambia: aumenta in lui il desiderio irresistibile di cogliere il senso della vita, di capire il significato del destino, di conoscere e amare Gesù.

Il 19 marzo 2011, a 17 anni, Marco scrive: “Esclusa una falsa o distratta via di mezzo, o Cristo si rifiuta o diventa il punto fermo. Il mio ideale è Cristo: la sua veridicità mi si continua a mostrare. Da questo momento mi sacrificherò interamente alla ricerca della felicità e vedrò se la mia vera vita è in Lui o no”.

Gli amici vedono in Marco un uragano di vita. A tutti si fa chiaro il suo amore per il Mistero: senza paura di essere deriso o di non essere capito, Marco ne parla con tutti: “[…] devo mettere al centro di tutto Gesù! Non importa di cosa si tratti o con chi tratti, al centro c’è Gesù! […] Non posso fermarmi!”.

Marco vuole gustarsi ogni attimo della vita, alla ricerca del Mistero: “Il tempo è giusto per quello che è, perché ci è dato per incontrare il Mistero vivente nella realtà, Gesù. Chi pensa di potere comprendere il Mistero da solo è uno sciocco, perché c’è sempre un altro, e l’altro ci aiuta, solo affidandoci arriviamo da qualche parte. Il punto che nella vita c’è un Mistero è fondamentale; e comunque, solo il nostro desiderio di felicità è già un mistero. Voglio stare di fronte alla realtà confrontandola con Gesù. L’umanità ci tiene svegli se siamo leali con noi stessi. Lealtà: noi siamo qui e abbiamo intravisto qualcosa: il punto è riconoscere il proprio bisogno, capire cosa vuoi. Si può essere leali in qualsiasi situazione. Una promessa per cercare di dire sì sempre”.

Marco arriva all’inizio del suo ultimo anno di scuola, “come se l’acuirsi del suo desiderio si palesasse in una fioritura del suo modo di essere. Acquisisce un entusiasmo per la vita sorprendente […]. Era diventato completamente, incondizionatamente libero in quello che faceva. […] Parlava con una familiarità del Mistero, questa la parola a lui più cara nell’ultimo periodo […] ”, ricorda sua sorella maggiore.

La mattina del 5 novembre 2011, mentre si reca a scuola in motorino, Marco viene investito da un’auto e muore.

La sera prima dell’incidente, Marco aveva scritto sul muro della sua camera, accanto al Crocifisso: “Perché cercate tra i morti Colui che è vivo?”. All’indomani della sua morte, queste parole appaiono per tutti un monito per volgere lo sguardo a quel Mistero che Marco aveva inseguito per tutta la sua vita.

(testi tratti dal libro Marco Gallo. Anche i sassi si sarebbero messi a saltellare)

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