Qui la mano, Dio! #4 – La mano che salva

Caro giovane, buona Pasqua! “Ma non è già passata?” domanderai… Fino al 5 giugno, solennità di Pentecoste, siamo nel Tempo di Pasqua, per cui ancora possiamo annunciarci a vicenda: “Cristo è risorto! È veramente risorto!”

Riprendendo il nostro cammino “Qui la mano, Dio!” vogliamo questo mese metterci davanti alla mano (di Dio) che salva. Abbiamo contemplato la mano che crea scoprendo il volto del Dio Creatore; poi le mani ferite di Gesù che ci hanno rivelato il volto di un Dio che soffre con te; in questo mese, ancora profondamente immersi nella gioia di Pasqua, contempleremo la mano che salva. I salmi sono pieni di riferimenti alla mano salvatrice di Dio o all’interno di un contesto di supplica in cui l’orante in una situazione di pericolo invoca Dio di essere salvato, o in un contesto di lode e ringraziamento per l’avvenuta salvezza.

Ma che significa salvare? Non vogliamo dare nulla per scontato… Salvare è: liberare, guarire, sanare, recuperare, difendere, mettere in salvo, strappare al pericolo, sottrarre alla morte.

E tutto ciò Dio lo fa attraverso la sua mano, una mano che compie azioni precise: libera, scioglie le catene, viene stesa per prendere-afferrare quella dell’uomo, solleva, viene in aiuto, raggiunge i nemici, li sradica…

Se il Sabato Santo ti sei soffermato su ciò che è successo a Gesù dopo la sua morte, ti sarai reso conto che anche Lui, il Figlio di Dio, la Seconda Persona della Trinità, ha avuto bisogno della mano del Padre per risalire dagli inferi, per essere risvegliato alla Vita: non avrebbe potuto farlo da sé! Questa sì che è una bella notizia, un vangelo per la tua vita, perché nemmeno a te è chiesto di salvarti da solo!

Gesù stesso, dunque, ha sperimentato la mano del Padre che salva e, risollevato da quella mano, ha risollevato l’intera umanità, strappandola al potere della morte. Questo viene “narrato” molto bene dall’iconografia orientale, come puoi osservare nell’icona qui sopra. A differenza dell’iconografia occidentale nella quale Gesù sormonta il sepolcro come un guerriero vincitore, nell’iconografia orientale la resurrezione è rappresentata dalla “discesa agli inferi” di Gesù che libera dalla morte Adamo ed Eva. E come li libera? Afferrandoli con la propria mano, risollevandoli tenendoli per i polsi. La resurrezione non è per Gesù, ma per Adamo ed io sono Adamo! Veramente Gesù è venuto perché abbiamo la vita e l’abbiamo in abbondanza (cfr. Gv 10,10).

Allora in questo tempo di Pasqua se ti sei accorto che ci sono ancora degli “inferi” nei quali sei, dei luoghi privi di vita, supplica con fiducia il Risorto e chiedigli che con la sua mano ti salvi dalla morte. E se, invece, hai sperimentato già la sua mano che salva, rendigli grazie e benedicilo. Ti suggeriamo 2 salmi con cui puoi fare la tua supplica o il tuo ringraziamento. Buona preghiera! E ancora Buona Pasqua!

Salmo di supplica: Salmo 144

Benedetto il Signore, mia roccia,

che addestra le mie mani alla guerra,

le mie dita alla battaglia,

mio alleato e mia fortezza,

mio rifugio e mio liberatore,

mio scudo in cui confido,

colui che sottomette i popoli al mio giogo.

Signore, che cos’è l’uomo perché tu l’abbia a cuore?

Il figlio dell’uomo, perché te ne dia pensiero?

L’uomo è come un soffio,

i suoi giorni come ombra che passa.

Signore, abbassa il tuo cielo e discendi,

tocca i monti ed essi fumeranno.

Lancia folgori e disperdili,

scaglia le tue saette e sconfiggili.

Stendi dall’alto la tua mano,

scampami e liberami dalle grandi acque,

dalla mano degli stranieri.

La loro bocca dice cose false

e la loro è una destra di menzogna.

O Dio, ti canterò un canto nuovo,

inneggerò a te con l’arpa a dieci corde,

a te, che dai vittoria ai re,

che scampi Davide, tuo servo, dalla spada iniqua.

 

 

Salmo di ringraziamento: Salmo 18

Ti amo, Signore, mia forza,

Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore,

mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio;

mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo.

Invoco il Signore, degno di lode,

e sarò salvato dai miei nemici.

Mi circondavano flutti di morte,

mi travolgevano torrenti infernali;

già mi avvolgevano i lacci degli inferi,

già mi stringevano agguati mortali.

Nell’angoscia invocai il Signore,

nell’angoscia gridai al mio Dio:

dal suo tempio ascoltò la mia voce,

a lui, ai suoi orecchi, giunse il mio grido. […]

Stese la mano dall’alto e mi prese,

mi sollevò dalle grandi acque,

mi liberò da nemici potenti,

da coloro che mi odiavano

ed erano più forti di me.

Mi assalirono nel giorno della mia sventura,

ma il Signore fu il mio sostegno;

mi portò al largo,

mi liberò perché mi vuol bene. […]

Tu mi hai dato il tuo scudo di salvezza,

la tua destra mi ha sostenuto,

mi hai esaudito e mi hai fatto crescere.

Hai spianato la via ai miei passi,

i miei piedi non hanno vacillato. […]

Viva il Signore e benedetta la mia roccia,

sia esaltato il Dio della mia salvezza.

 

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