Qui la mano, Dio! #2 – Mani che creano

Caro giovane, bentornato a questo nostro appuntamento per scoprire insieme il volto di Dio a partire dalle sue mani. Dicevamo, infatti, la scorsa volta che potremmo sintetizzare questo nostro percorso così: “Dalle mani al volto”.

Il primo tratto della mano di Dio che vogliamo mettere a fuoco ci viene suggerito dal famosissimo affresco della Cappella Sistina, dove Michelangelo ci consegna il momento della creazione di Adamo proprio attraverso il tocco, appena avvenuto o che accadrà di lì a poco, tra la mano del Creatore e la mano della creatura.

Non a caso nella Bibbia la creazione viene narrata all’inizio; all’origine del mondo, all’origine di ogni vita c’è l’atto creativo di Dio: volontà, cuore, parola e mano di un Dio che crea, dà origine, dà vita. Tutta la creazione è opera Sua, è fattura delle Sue mani come ci viene ricordato in diversi passi biblici: “Nella sua mano sono gli abissi della terra, sono sue le vette dei monti. Suo è il mare, è lui che l’ha fatto; le sue mani hanno plasmato la terra” (Salmo 95,4-5); “Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita…” (Salmo 8,4); “Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani” (Salmo 8,7); “I cieli narrano la gloria di Dio, l’opera delle sue mani annuncia il firmamento” (Salmo 19,2); “In principio tu hai fondato la terra, i cieli sono opera delle tue mani” (Salmo 102,26)); “Il Signore Dio fece la terra e il cielo” (Gn 2,4); “Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo” (Gn 2,19) … 

Non solo la creazione è il frutto della manualità di Dio, ma lo è anche l’uomo stesso: tu che stai leggendo sei opera bellissima, molto buona, delle mani di Dio: “Le tue mani mi hanno fatto e plasmato” (Salmo 119,73; Gb 10,8); Sei tu che hai formato i miei reni e mi hai tessuto nel grembo di mia madre. Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda; meravigliose sono le tue opere, le riconosce pienamente l’anima mia.  Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto, ricamato nelle profondità della terra” (Salmo 139,13-15); “Allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente” (Gn 2,7); “Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo” (Gn 2,22); “Signore, il tuo amore è per sempre: non abbandonare l’opera delle tue mani” (Salmo 138,8); “Ma, Signore, tu sei nostro padre; noi siamo argilla e tu colui che ci plasma, tutti noi siamo opera delle tue mani” (Is 64, 7) …

Sì, Dio ha plasmato l’uomo (ʾādām, in ebraico) con polvere dal suolo (ʾădāmâ, in ebraico), e non l’ha certo fatto solo col pensiero, ma con le mani: con le mani ha raccolto la terra, con le mani ha plasmato quella terra, le ha dato forma. Scrive Giovanni Cesare Pagazzi commentando Tertulliano, un Padre della Chiesa: “…il coinvolgimento di Dio nella creazione dell’uomo è mozzafiato: non si è accontentato di chiamare all’esistenza mediante la propria Parola onnipotente, ma si è proprio sporcato le mani, prendendo la terra e plasmando la statua umana e animandola col proprio respiro. […] Dio è «tutto dedito e occupato in quel fango», «toccato», «preso dalle sue mani», materia poverissima, plasmata tenendo davanti come modello il suo Figlio, prossimo a diventare carne”[1].

Se ci fai caso il tuo corpo e in particolare alcune parti, assomigliano proprio ad argilla lavorata dalle mani esperte di un vasaio: guarda le tue orecchie, modellate dal dito di Dio; le parti concave del viso, modellate dal suo pollice… 

È vero: io, tu siamo terra, fango, poca cosa, ma siamo terra benedetta e molto buona perché raccolta e plasmata dalle mani stesse di Dio. Su questa certezza vogliamo far riposare il nostro cuore in questo mese facendo nostra la preghiera del padre del ragazzo indemoniato: “Credo; aiuta la mia incredulità!” (Mc 9,24)

 

[1] GIOVANNI CESARE PAGAZZI, Fatte a mano. L’affetto di Dio per le cose, EDB, 2013, 26.

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