UNomeunaPromessa#6 – Il Nome riconosciuto

Caro giovane, siamo nel mese di giugno e ormai l’estate è alle porte, finalmente…! Ripercorrendo questo tempo segnato dal Covid e da tutto ciò che esso ha comportato, chissà quante volte ci siamo lasciati prendere dallo scoraggiamento, dalla tristezza, dalla rabbia, a volte forse dalla rassegnazione… e ora che pian piano stiamo tornando ad una “pseudo” normalità ci sembra di non reggere più come prima gli impegni, i ritmi incalzanti…

Tante volte abbiamo definito o sentito definire questo tempo come un “tempo di crisi”, cioè un tempo visitato da una forte perturbazione sia a livello collettivo sia a livello individuale che ha portato con sé effetti talora devastanti. Ricorderemo l’immagine utilizzata da papa Francesco in quell’indimenticabile 27 marzo in piazza San Pietro: l’immagine della barca sorpresa dalla tempesta[1].

E in mezzo a questa perturbazione ci è sembrato, poche o tante volte, che Dio fosse assente o che dormisse o che, comunque, stesse zitto, in silenzio.

Eppure, non è così! Dio non si è assentato o distratto, non si è lasciato prendere dal sonno, non ha smesso di parlare all’uomo! È vero, la sua voce non è così facilmente percettibile: è nascosta tra mille altre voci che abitano la nostra testa, il nostro cuore, e questo chiede a noi di affinare l’udito e la vista per scorgere Dio.

In questo tempo storico in cui ai nostri occhi il buio appare più forte della luce, ancora la luce c’è! Il filo della speranza non si è spezzato!

Ancora oggi Dio parla al tuo cuore, caro giovane, volendo risvegliare in te sogni grandi, magari quelli che avevi quando eri bambino, bambina, sogni che hanno il sapore di vita. Ancora oggi Dio vuole essere luce per te! E sai come lo fa? Sai come continua ad illuminare la tua vita, la tua strada? Attraverso la sua Parola. Dice il salmista: «Lampada per i miei passi è la tua Parola, luce sul mio cammino» (Sal 119,105). Dio ancora chiama e lo fa ripetutamente per poterti svegliare dal sonno, dal torpore, dalla noia, per poterti tirare fuori dalla notte o, per usare un linguaggio caro a noi francescani, per poter illuminare la notte che è dentro di te … fino a quando scoprirai di essere chiamato da Lui, interpellato e provocato da Lui.

Una è la cosa necessaria: che tu ti metta in ascolto di Dio, che inizi a familiarizzare con la sua Parola. Così facendo scoprirai il gusto di intrattenerti con Dio, e darai a Lui, nuovamente, la possibilità di parlare al tuo cuore. E «tu conoscerai il Signore» (Osea 2,22), e dentro la relazione con Lui conoscerai te stesso, il tuo vero nome, la tua…vocazione!

E se tutto questo ti risulta difficile abbi l’umiltà e il coraggio di chiedere aiuto a chi è un po’ più grande di te nella fede.

Questo tempo, allora, sarà sì un tempo di crisi ma nell’altra accezione del termine, come ci suggerisce il vocabolario: dal lat. crisis, gr. κρίσις «scelta, decisione», der. di κρίνω «distinguere, giudicare». Nel buio, nell’incertezza, nel disordine di questo tempo tu puoi scegliere di ascoltare la Parola di Dio e imparare a distinguere la sua voce tra mille, che ti chiama per nome.

Sai chi ha vissuto una situazione molto simile alla tua? Un ragazzetto vissuto circa 1.000 anni prima di Cristo: Samuele, il cui nome, tra l’altro, significa “il suo nome è Dio”.

Di seguito potrai trovare un brano molto significativo, in cui riconoscerai diversi elementi di cui abbiamo parlato: un tempo di apparente silenzio di Dio, la luce della speranza che continua a brillare, il desiderio di Dio di parlare all’uomo chiamandolo per nome, l’importanza di qualcuno che aiuti a distinguere la voce di Dio, la disponibilità ad ascoltare questa voce.

Il nostro augurio per te? Che tu, come Samuele, non lasci andare a vuoto una sola delle parole di Dio, a partire da quella con cui ti chiama: il tuo nome.

Buon ascolto!

1Sam 3,1-10

1 Il giovane Samuele serviva il Signore alla presenza di Eli. La parola del Signore era rara in quei giorni, le visioni non erano frequenti. 2 e quel giorno avvenne che Eli stava dormendo al suo posto, i suoi occhi cominciavano a indebolirsi e non riusciva più a vedere. 3 La lampada di Dio non era ancora spenta e Samuele dormiva nel tempio del Signore, dove si trovava l’arca di Dio. 4 Allora il Signore chiamò: “Samuele!” ed egli rispose: “Eccomi”, 5 poi corse da Eli e gli disse: “Mi hai chiamato, eccomi!”. Egli rispose: “Non ti ho chiamato, torna a dormire!”. Tornò e si mise a dormire. 6 Ma il Signore chiamò di nuovo: “Samuele!”; Samuele si alzò e corse da Eli dicendo: “Mi hai chiamato, eccomi!”. Ma quello rispose di nuovo: “Non ti ho chiamato, figlio mio, torna a dormire!”. 7 In realtà Samuele fino ad allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era stata ancora rivelata la parola del Signore. 8 Il Signore tornò a chiamare: “Samuele!” per la terza volta; questi si alzò nuovamente e corse da Eli dicendo: “Mi hai chiamato, eccomi!”. Allora Eli comprese che il Signore chiamava il giovinetto. 9 Eli disse a Samuele: “Vattene a dormire e, se ti chiamerà, dirai: Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta”. Samuele andò a dormire al suo posto.
10 Venne il Signore, stette accanto a lui e lo chiamò come le altre volte: “Samuele, Samuele!”. Samuele rispose subito: “Parla, perché il tuo servo ti ascolta”. 19 Samuele crebbe e il Signore fu con lui, né lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole.

[1] http://www.vatican.va/content/francesco/it/homilies/2020/documents/papa-francesco_20200327_omelia-epidemia.html;

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