La lettera circolare #2

Nella lettera circolare indirizzata alle sue figlie e consorelle, madre Chiara Ricci richiama l’attenzione su cinque doveri attraverso i quali esse potranno ringraziare Dio per tutto il bene che dona loro. Il primo di essi è l’obbedienza

L’ubbidienza care sorelle per una religiosa è il tutto, perché è la base, il fondamento […]

Ubbidire. Un verbo un po’ scomodo. Lo colleghiamo a quando eravamo bambini, oppure a quelle situazioni, che oggi viviamo, in cui siamo costretti a fare ciò che gli altri ci dicono: ubbidire ai genitori, ai professori, sul lavoro. Quando ubbidisco significa che non sono libero e questo ci dà fastidio.

Cosa potrà mai dire questo verbo alla nostra vita? Partiamo dal suo significato: ubbidire deriva dal latino oboedire, derivato di audire (cioè ascoltare) al quale viene aggiunto il prefisso ob- che ha valore intensivo. Ubbidire quindi significa innanzitutto ascoltare. Ma chi devo ascoltare? Forse troppe persone vogliono impormi la loro volontà.

La fiducia in DioPer chi crede in Dio la prima obbedienza è quella alla volontà di Dio. E questo non è un semplice precetto teorico imposto dalla Chiesa perché per il cristiano ubbidire significa innanzi tutto seguire l’esempio di Gesù. Egli infatti è colui che in tutta la sua vita, e fino alla morte, ha sempre ubbidito alla volontà del Padre; in Gesù l’obbedienza non è un precetto, ma un evento.

Questa consapevolezza capovolge la prospettiva. Se io ho fiducia in Dio e credo che la sua Parola sia una Parola di bene per la mia vita allora ubbidire a Dio significa affidargli la mia vita e le mie decisioni perché io possa davvero sperimentare la bellezza del suo progetto su di me. Quando io decido di obbedire a Dio, Egli diventa “Signore”, colui che regge la mia vita e la indirizza. Ubbidire diventa un atto di fiducia.

La vostra ubbidienza sia pronta, esatta, semplice, allegra e pacifica

Gli aggettivi che madre Chiara lega al termine obbedienza fanno trasparire il desiderio di bene che lei ha nei confronti delle sue figlie spirituali. Un’obbedienza pronta, esatta, semplice, allegra e pacifica si esercita educando il cuore a ubbidire a Dio. E lei doveva saperlo bene. Come madre superiora sapeva che per saper comandare bisogna saper obbedire perché la vera fonte dell’autorità spirituale risiede nell’obbedienza a Dio. La sua vita è immagine di questo: l’attenzione che aveva nei confronti delle persone (sia le consorelle che le alunne dei vari istituti) e il desiderio di bene per la vita dell’altro fanno trasparire come madre Chiara radicasse le sue decisioni in Dio e nella preghiera trovasse la guida per ogni sua decisione.

E allora forse, questo verbo – ubbidire – può dire qualcosa anche alla nostra vita e diventa il primo dono che madre Chiara consegna nelle nostre mani.

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