SONIA CUTRONA: UNA VITA COME DONO D’AMORE

Il Signore chiede tutto, e quello che offre è la vera vita, la felicità per la quale siamo stati creati. Egli ci vuole santi e non si aspetta che ci accontentiamo di un’esistenza mediocre, annacquata, inconsistente. […] Perché il Signore ha scelto ciascuno di noi «per essere santi e immacolati di fronte a Lui nella carità» (Ef 1,4).

(Papa Francesco, GE 1-2)

 
Sonia Cutrona nasce il 17 aprile 1973 a Ramacca (Catania).

Fin da piccola si distingue per il suo carattere sorridente e buono, simpatico e vivace, sempre solidale con tutti, sia a casa che a scuola.

Grazie ai suoi genitori, nasce in lei un vivo desiderio di conoscere e amare Gesù, che incontra spesso nella preghiera e nella Messa festiva, a cui è fedelissima. Questo sarà il suo stile di vita: in semplicità e letizia, “cresce in età, sapienza e grazia” a immagine di Gesù, abitata dalla sua presenza, partecipe delle realtà più belle e grandi: la fede, la bellezza della natura, l’amicizia per tutti, soprattutto per chi soffre.

A 14 anni inizia a frequentare il Liceo presso le Figlie di Maria Ausiliatrice, dove si fa testimone di Gesù ai compagni, con la sua gioia, la sua parola buona, la sua capacità di voler bene, l’aiuto dato a tutti con generosità.

Crede al valore inestimabile della purezza, della verginità, della fedeltà a Gesù, che incontra spesso nella Confessione, nella Comunione eucaristica e nella meditazione del Vangelo e, come Don Bosco, Maria Mazzarello, i Santi salesiani che ha conosciuto nella sua scuola, sa e crede che la vita è dono di amore.

A 15 anni le viene diagnosticato un sarcoma, ma lei, forte della sua fede, non si arrende e sorride: “Dio è con me, Gesù non mi abbandona”.

Va a Lourdes per chiedere alla Madonna il miracolo, perché vuole guarire e torna a casa carica di serenità e di pace, certa che la Madonna non l’abbandonerà mai. Il Rosario diventa la sua preghiera prediletta, di tutti i giorni.

Fin quando può, frequenta la scuola, preoccupata di studiare, di non perdere tempo, di aiutare le compagne, di nascondere più che può il dolore ai suoi cari.

Prima delle feste di Natale del 1989, va a scuola per l’ultima volta. Tutti le fanno festa. Lei, sorridente, dà l’impressione di una grande gioia che le sale dal cuore e a ognuno lascia un biglietto dove ha scritto: “Ti voglio bene”.

Dal suo letto diffonde serenità e pace attorno a sé, ripetendo sovente, con il suo sorriso rassicurante: “Non preoccupatevi, io sto bene, non ho niente”. Si preoccupa dei genitori, della scuola, degli altri.

Ormai sa che la sua vita sta per finire su questa terra, ma non dispera e con una certezza incrollabile e una forza incredibile, nonostante i dolori insopportabili, continua a sorridere e a dire: “Il Signore è buono e non mi abbandonerà, ne sono certa!”

Spesso ripete sottovoce, lentamente, questa preghiera: “Gesù, io ti guardo con occhi di fede… con occhi di speranza attendo da Te un futuro migliore per il mondo intero… Gesù, io ti guardo con occhi di amore che si uniscono a Te e vorrebbero esprimerti la profonda attrattiva che mi porta a Te… Gesù, io ti guardo con occhi di gioia che trovano in Te una felicità sconosciuta sulla terra, felicità dal sapore di Cielo”.

Sonia muore il 18 giugno 1990, a 17 anni.

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“Non è giusto essere felici da soli, ma purtroppo, dico purtroppo, lo siamo. Sono sicura che rendendo gli altri felici, la nostra felicità si innalza fino alle stelle, perché l’ho già provato.” (Sonia)

“Alcune persone si sacrificano anche lasciando la famiglia, partendo per le missioni… Ma so che anch’io posso fare il mondo più bello: basta un po’ di buona volontà e tantissima fede in Colui che ci ha creati, perché dobbiamo sempre tenere in mente che siamo figli dello stesso Padre, Dio.” (Sonia)

“Tu sai che io soffro molto, ma nonostante questo io riesco a vivere, a sorridere, a stare calma.” (Sonia, all’amica Cinzia)

“Sonia ci ha fatto comprendere che la nostra vita non ci appartiene, che in qualunque momento possiamo essere chiamati a rendere conto al Signore.” (Maria, amica di Sonia)

“Sonia ci ha voluto bene, anche nei momenti infelici. Pur nella sofferenza, cercava di sorridere e avere premure per tutti.” (amici di Sonia)

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