Giacobbe

AbramoContinuiamo a leggere la storia di Giacobbe

 

Le riflessioni sono tratte da: P. Curtaz, Il cercatore, lo scampato, l’astuto, il sognatore, San Paolo, 2016.

 
 
Leggi il testo della Genesi (trovi il brano in fondo alla pagina)

Giacobbe amava Rachele. Disse dunque: «Io ti servirò sette anni per Rachele, tua figlia minore»

Siamo di nuovo intorno ad un pozzo e lì Giacobbe incontra Rachele. Appena la vede arrivare il suo cuore si riempie di emozioni e compie da solo lo sforzo di diversi uomini, sposta la pesante pietra che sormonta il pozzo, anzi la fa rotolare! Solo l’amore dona tanta forza…solo l’amore permette di superare gli ostacoli! Solo l’amore di Dio sposterà la pesante pietra che chiude il sepolcro. E poi, Giacobbe fa una cosa audace: bacia Rachele! Bacia e piange! Per la gioia di aver trovato la sua futura sposa. Ogni fatica, ogni dolore, si scioglie quando scopriamo qualcuno da amare.

Giacobbe e Rebecca al pozzoLabano, il padre di Rachele, lo accoglie volentieri nella sua casa e accoglie anche il suo gesto di vendersi come schiavo per sette anni pur di avere come sposa Rachele. Una vera follia! Ma l’amore fa compiere scelte folli! Nel nostro tempo dove le passioni si consumano nell’arco di qualche settimana, la Scrittura insegna che il tempo aiuta a far crescere il desiderio, senza spegnerlo, senza mortificarlo, anzi facendolo dilatare.

 

I sette anni passano e Giacobbe chiede Rachele, ha pagato la dote per averla. Si celebra il convito nuziale, ma solo al mattino si accorge che tra le braccia ha stretto Lia e non Rachele. Labano l’ha ingannato pur di rimpiazzare la figlia bruttina! E non sazio rilancia: se lavorerà per altri sette anni gratis, avrà in sposa Rachele! Che fare??? Giacobbe non se ne va, non ribalta il tavolo, non reagisce. Vive quest’inganno come un’occasione, avere Rachele.  Lia è diventata moglie con l’inganno, ma Rachele resta l’amata. 

Si resta un po’ destabilizzati nel leggere questi racconti. La Scrittura non ha paura di scandagliare l’abisso del cuore umano, di svelarne le tenebre senza scandalizzarsi! Ed è commovente trovare negli eventi narrati sentimenti contrastanti, problemi che noi condividiamo, situazioni al limite, come, a volte, le nostre…

 
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Ecco il brano della Genesi (Genesi 29, 1-30):

29 1 Poi Giacobbe si mise in cammino e andò nel paese degli orientali. 2 Vide nella campagna un pozzo e tre greggi di piccolo bestiame, accovacciati vicino, perché a quel pozzo si abbeveravano i greggi, ma la pietra sulla bocca del pozzo era grande. 3 Quando tutti i greggi si erano radunati là, i pastori rotolavano la pietra dalla bocca del pozzo e abbeveravano il bestiame; poi rimettevano la pietra al posto sulla bocca del pozzo. 4 Giacobbe disse loro: «Fratelli miei, di dove siete?». Risposero: «Siamo di Carran». 5 Disse loro: «Conoscete Làbano, figlio di Nacor?». Risposero: «Lo conosciamo». 6 Disse loro: «Sta bene?». Risposero: «Sì; ecco la figlia Rachele che viene con il gregge». 7 Riprese: «Eccoci ancora in pieno giorno: non è tempo di radunare il bestiame. Date da bere al bestiame e andate a pascolare!». 8 Risposero: «Non possiamo, finché non siano radunati tutti i greggi e si rotoli la pietra dalla bocca del pozzo; allora faremo bere il gregge».
9 Egli stava ancora parlando con loro, quando arrivò Rachele con il bestiame del padre, perché era una pastorella. 10 Quando Giacobbe vide Rachele, figlia di Làbano, fratello di sua madre, insieme con il bestiame di Làbano, fratello di sua madre, Giacobbe, fattosi avanti, rotolò la pietra dalla bocca del pozzo e fece bere le pecore di Làbano, fratello di sua madre. 11<s/up> Poi Giacobbe baciò Rachele e pianse ad alta voce. 12 Giacobbe rivelò a Rachele che egli era parente del padre di lei, perché figlio di Rebecca. Allora essa corse a riferirlo al padre. 13 Quando Làbano seppe che era Giacobbe, il figlio di sua sorella, gli corse incontro, lo abbracciò, lo baciò e lo condusse nella sua casa. Ed egli raccontò a Làbano tutte le sue vicende. 14 Allora Làbano gli disse: «Davvero tu sei mio osso e mia carne!». Così dimorò presso di lui per un mese.
15 Poi Làbano disse a Giacobbe: «Poiché sei mio parente, mi dovrai forse servire gratuitamente? Indicami quale deve essere il tuo salario». 16 Ora Làbano aveva due figlie; la maggiore si chiamava Lia e la più piccola si chiamava Rachele. 17 Lia aveva gli occhi smorti, mentre Rachele era bella di forme e avvenente di aspetto, 18 perciò Giacobbe amava Rachele. Disse dunque: «Io ti servirò sette anni per Rachele, tua figlia minore». 19 Rispose Làbano: «Preferisco darla a te piuttosto che a un estraneo. Rimani con me». 20 Così Giacobbe servì sette anni per Rachele: gli sembrarono pochi giorni tanto era il suo amore per lei. 21 Poi Giacobbe disse a Làbano: «Dammi la mia sposa, perché il mio tempo è compiuto e voglio unirmi a lei». 22 Allora Làbano radunò tutti gli uomini del luogo e diede un banchetto. 23 Ma quando fu sera, egli prese la figlia Lia e la condusse da lui ed egli si unì a lei. 24 Làbano diede la propria schiava Zilpa alla figlia Lia, come schiava. 25 Quando fu mattina… ecco era Lia! Allora Giacobbe disse a Làbano: «Che mi hai fatto? Non è forse per Rachele che sono stato al tuo servizio? Perché mi hai ingannato?». 26 Rispose Làbano: «Non si usa far così nel nostro paese, dare, cioè, la più piccola prima della maggiore. 27 Finisci questa settimana nuziale, poi ti darò anche quest’altra per il servizio che tu presterai presso di me per altri sette anni». 28 Giacobbe fece così: terminò la settimana nuziale e allora Làbano gli diede in moglie la figlia Rachele. 29 Làbano diede alla figlia Rachele la propria schiava Bila, come schiava. 30 Egli si unì anche a Rachele e amò Rachele più di Lia. Fu ancora al servizio di lui per altri sette anni.

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