Continuiamo a riflettere sulla figura di Abramo per vedere come la sua storia può parlare al nostro quotidiano…
Le riflessioni sono tratte da: P. Curtaz, Il cercatore, lo scampato, l’astuto, il sognatore, San Paolo, 2016.
Gen 16,1-15
1 Sarài, moglie di Abram, non gli aveva dato figli. Avendo però una schiava egiziana chiamata Agar, 2Sarài disse ad Abram: “Ecco, il Signore mi ha impedito di aver prole; unisciti alla mia schiava: forse da lei potrò avere figli”. Abram ascoltò l’invito di Sarài. 3Così, al termine di dieci anni da quando Abram abitava nella terra di Canaan, Sarài, moglie di Abram, prese Agar l’Egiziana, sua schiava, e la diede in moglie ad Abram, suo marito. 4Egli si unì ad Agar, che restò incinta. Ma, quando essa si accorse di essere incinta, la sua padrona non contò più nulla per lei.
5Allora Sarài disse ad Abram: “L’offesa a me fatta ricada su di te! Io ti ho messo in grembo la mia schiava, ma da quando si è accorta d’essere incinta, io non conto più niente per lei. Il Signore sia giudice tra me e te!”. 6Abram disse a Sarài: “Ecco, la tua schiava è in mano tua: trattala come ti piace”. Sarài allora la maltrattò, tanto che quella fuggì dalla sua presenza. 7La trovò l’angelo del Signore presso una sorgente d’acqua nel deserto, la sorgente sulla strada di Sur, 8e le disse: “Agar, schiava di Sarài, da dove vieni e dove vai?”. Rispose: “Fuggo dalla presenza della mia padrona Sarài”. 9Le disse l’angelo del Signore: “Ritorna dalla tua padrona e restale sottomessa”. 10Le disse ancora l’angelo del Signore: “Moltiplicherò la tua discendenza e non si potrà contarla, tanto sarà numerosa”. 11Soggiunse poi l’angelo del Signore:
“Ecco, sei incinta:
partorirai un figlio
e lo chiamerai Ismaele,
perché il Signore ha udito il tuo lamento.
12Egli sarà come un asino selvatico;
la sua mano sarà contro tutti
e la mano di tutti contro di lui,
e abiterà di fronte a tutti i suoi fratelli”.
13Agar, al Signore che le aveva parlato, diede questo nome: “Tu sei il Dio della visione”, perché diceva: “Non ho forse visto qui colui che mi vede?”. 14Per questo il pozzo si chiamò pozzo di Lacai-Roì; è appunto quello che si trova tra Kades e Bered. 15Agar partorì ad Abram un figlio e Abram chiamò Ismaele il figlio che Agar gli aveva partorito. 16Abram aveva ottantasei anni quando Agar gli partorì Ismaele.
Sara, volendo l’erede ad ogni costo, decide di avere un figlio dalla sua schiava, Agar. Sara che era rimasta in silenzio, ora parla, prende in mano la situazione, dà ordini al marito. Incapace di credere alla promessa cerca le sue soluzioni, prova lei a risolvere la situazione, anche perché in questo figlio che sarà sua proprietà, come la schiava, vede la sua gratificazione. Abramo ascolta la moglie e obbedisce… ma succede un gran pasticcio. Agar quando scopre di essere incinta rialza la testa, sapendo bene cosa significhi per Abramo quel figlio. Il grande patriarca, il padre dei credenti, è inchiodato dalla relazione con sua moglie e non interviene, né l’aiuta e vedere le cose in altro modo. Agar fugge di fronte a tanta malvagità e ingiustizia, non vuole subire e cerca di tornare al suo paese di origine. Ma Dio l’aspetta ad un pozzo, in sembianze di angelo: “Agar, schiava di Sari, da dove vieni e dove vai?”. È il primo che la chiama per nome, nel pericolo Dio si fa sentire. E La prima cosa che fa è quella di metterci davanti ad uno specchio, di farci crescere nella consapevolezza, pone domande, prima di offrire soluzioni. “Da dove vieni?” e “Dove vai?” Agar sa bene da dove viene, cosa vuole fuggire, ma non sa dove andare. L’angelo l’ascolta e la invita a tornare indietro, suo figlio sarà libero. Lei sarà sottomessa, ma suo figlio no! Riuscirà ad accettare la condizione servile, ma con un orizzonte di speranza… Ciò che abbiamo intorno spesso non cambia, l’unico modo per uscire da tante situazioni è cambiare lo sguardo. Agar tornerà dalla sua padrona, ma ora sa che non è sola. Suo figlio sarà Ismaele, Dio ha ascoltato. Sarà libero, pungolo nel fianco, colmo di coraggio…
Alla fine di questa storia i cui protagonisti continuano ad essere per nulla esemplari, l’erede c’è! Perché la storia dell’uomo, la nostra vita è fatta di fango e luce, ma Dio sempre rilancia la promessa e mai viene meno… Dio promette ad Agar, donna schiava, ciò che aveva promesso ad Abramo, uomo libero. Promette alla serva ciò che aveva promesso al padrone: una discendenza! È la prima volta che Dio parla ad una donna, schiava e a lei promette ciò che era stato detto al capostipite del popolo d’Israele. Folle Dio! La promessa fatta ad Abramo contagia Agar, la benedice… E qui in questo brano abbiamo il primo nome dato a Dio dagli uomini: colui che mi vede, colui che ho visto, colui che mi fa vedere!