Come un bimbo svezzato in braccio a sua madre (Salmo 131)

Bentornati a tutti!

Continuiamo la rubrica sui Centenari francescani che, dal 2023, ci accompagneranno fino al 2026. Il primo, la cui ricorrenza era a novembre dell’anno scorso, è stato quello degli ottocento anni dalla Regola bollata. Nel cercare di capire come questo documento parli ancora agli adulti e, soprattutto, ai giovani di questi tempi, analizzeremo i quattro pilastri della gioventù francescana. Siamo partiti il mese scorso dal “Vangelo come guida”. Il secondo pilastro che prenderemo in considerazione è “La Chiesa come Madre”.

Ma che significato ha questo pilastro?

Per rispondere, cerchiamo di capire insieme cos’è la Chiesa. Non c’è tempo migliore di questo per farci questa domanda perché siamo nel tempo di Pasqua, momento dell’anno liturgico in cui si ricorda proprio come la Chiesa abbia avuto inizio! Per capire, dobbiamo tornare all’evento più importante della fede cristiana: la Passione, morte e Resurrezione di Gesù. È stato un momento drammatico nella vita del Signore e dei suoi primi discepoli. Questi ultimi in particolare, tutti tranne il discepolo amato, che la tradizione identifica in Giovanni ed alcune donne, si ritrovano a scappare per paura di morire, e ad abbandonare colui che per gli ultimi tre anni avevano amato e in cui avevano creduto e sperato. Dopo questo evento, sotto il peso del fallimento e di tutte le loro fragilità, si ritrovano delusi e si nascondono per paura della morte. Temono che possa capitargli quanto è successo a Gesù! E nello stesso tempo vorrebbero essere stati in grado di rimanere sotto la Croce. Son talmente tanto frastornati dall’accaduto che, quando qualcuno viene a dirgli che Cristo è Risorto, non ci credono. Ma come?!?! Avevano visto Gesù resuscitare Lazzaro! L’avevano sentito parlare della Sua morte e Resurrezione svariate volte! E non credono?! No. Anche loro, come la Chiesa di oggi, erano fragili e perfettamente umani.

E allora la Chiesa cos’è se non è un esercito di persone che dovrebbero essere perfette?

Andiamo avanti nel nostro racconto.

Abbiamo detto che i discepoli non credono. E cosa fa Gesù? Li va a cercare. Entra nei posti dove sono rintanati, con le porte sbarrate e la paura nel cuore, e si mostra loro. Si fa riconoscere mostrando le Sue ferite. E li perdona tutti. Continua a fidarsi dei suoi! Li sceglie tutti nuovamente come aveva fatto all’inizio della sua vita pubblica. Li ama uno per uno e, nel giorno di Pentecoste, manda su di loro lo Spirito e li invia nel mondo. Quel giorno è nata la Chiesa!

Ma ancora non abbiamo risposto alla nostra domanda: cos’è la Chiesa?

Siamo tutti noi, che dal giorno del nostro Battesimo abbiamo ricevuto lo Spirito. Da quel giorno siamo diventati figli di Dio e fratelli l’uno dell’altro perché tutti figli di uno stesso Padre. Da quel giorno siamo parte di una stessa comunità e famiglia, e se anche uno solo di noi manca, c’è differenza. Come in famiglia si sente se qualcuno è lontano, così la Chiesa è Madre dei suoi figli e li aspetta e cerca tutti, vicini e lontani, per portarli al Papà che è sorgente della vita e della felicità. Nella Chiesa abbiamo lo Spirito (specialmente attraverso i sacramenti), e con esso la possibilità di conoscere personalmente il Signore. È una Mamma che ci accoglie e ci mostra il suo tesoro prezioso!

Nella Chiesa, infine, riceviamo anche noi, come i discepoli a Pentecoste, il mandato per andare ad annunciare a tutti, fratellini vicini e lontani, la bellezza che abbiamo ricevuto: la vita piena nell’Incontro con Gesù.

Per questo motivo, la promessa dei nostri giovani francescani (che dura un anno ed è un impegno a cercare di vivere secondo i quattro pilastri e quanto scritto nel loro statuto), è un atto pubblico che si svolge durante la Messa alla presenza di tutta la comunità. Dopo aver ricevuto l’Amore da parte della Mamma, è bello impegnarsi pubblicamente a cercare, nei limiti delle proprie possibilità, di restituirlo divenendo parte attiva di questa Madre che cerca per amore tutti i suoi figli.

Emma

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