Che cosa hanno fatto i santi per diventare tali? Semplicissimo: vivere l’istante presente come espressione della volontà di Dio, che si manifesta nelle mille circostanze che formano il tessuto normale della vita. Il santo è colui che tutto accetta con serenità, pensando e agendo con amore. E così facendo, riesce a rendere straordinarie le cose ordinarie della vita.
(La santità – Le cose ordinarie in modo straordinario)
Maria Grazia Basile nasce il 13 novembre 1988 a San Giovanni Rotondo nella provincia di Foggia. Vive in una famiglia semplice, trascorre l’infanzia serena con i suoi genitori, Vittoria e Nicola, e la sorella minore Giovanna, con la quale crea un legame profondo. Vive la sua quotidianità in maniera ordinaria come i coetanei, alternando la scuola alla parrocchia e amici.
Maria Grazia coltiva varie passioni, una in particolare è quella per il suo gruppo ACR (Azione Cattolica Ragazzi), di cui è una straordinaria educatrice presso la parrocchia di San Nicola di Mira e San Cirillo d’Alessandria in Carpino.
A soli 14 anni, il 23 dicembre 2002 inizia a soffrire di forti dolori, si reca così in pronto soccorso. Dopo qualche accertamento inizia ad intuire che si tratta di una malattia grave, rifiuta però il ricovero perché è animatrice e non vuole perdersi la venuta al mondo di Gesù con i suoi coetanei e animati. La malattia è importante e il suo decorso altalenante. Maria Grazia la accoglie “con grazia e dignità”, sorretta da profondi valori innati dentro di lei. La sua giovanile vitalità la sostiene nei momenti più difficili, insieme alla sua fede che le dona sempre forza, luce e speranza.
Le piace passare le giornate stando al servizio accanto ai più piccoli e ai sofferenti e mostra una vera passione verso l’insegnamento, in particolare frequenta il reparto di Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, condividendo con i bambini ricoverati le lunghe degenze. Dopo aver conosciuto lo stile e la spiritualità di San Pio desidera diventare medico.
Nelle corsie dell’ospedale, Maria Grazia spicca come amica e animatrice instancabile, partecipando a numerose attività educative e di sostegno.
Chi la conosce la descrive come un’ape laboriosa, sempre intenta a produrre dolcezza e bene.
C’è una cosa però che le dà una luce particolare: è il suo profondo legame con Dio, che alimenta ogni suo gesto. Considera la preghiera una priorità assoluta, anche a scapito delle terapie necessarie.
La sua condizione si aggrava sempre più e Maria Grazia trova conforto e forza nella fede, affrontando le sue sofferenze con coraggio.
È disposta a sacrificare le cure per partecipare agli incontri di ACR o per restare lucida durante la preghiera. Con il suo esempio, trasmette agli altri l’importanza di vivere nella speranza, servendo la vita e coltivando la fiducia in un futuro pieno di significato.
Grazie al suo legame profondo con Dio, si impegna per far conoscere la Sua presenza viva a bambini e ragazzi, condividendo esperienze di Fede e promuovendo il messaggio sempre attuale del Vangelo. La sua testimonianza le permette di aumentare sempre più il suo rapporto con il Signore, tanto che viene definito confidenziale e dialoga con Lui come con un amico.
Il giorno di Natale del 2006, nel giorno in cui Dio si fa piccolo e uomo Maria Grazia sale al cielo.
La sua vita, segnata da amore, dedizione e allegria, rimane un modello per tutti coloro che la seguono, dimostrando che la chiamata alla santità si realizza pienamente nella semplicità della vita ordinaria.
Fonti: